Altrobrasile

quinta-feira, 25 de abril de 1991
«ALTROBRASILE» é un blog creato per condividere con gli amici italiani la mia esperienza di vita nel nordest brasiliano dove ho il privilegio di potermi dedicare ad alcuni progetti di volontariato soprattutto nei quilombos, comunitá di afrodiscendenti che stanno lottando per i propri diritti e la loro sopravvivenza.

ALTROBRASILE é radicalmente soggettivo nel tentativo di non ripassare stereotipi fin troppo diffusi. Per cui difficilmente mi troverete a parlare di mulatte, spiagge tropicali, ballerine, samba e altre ridicole amenità che generalmente vengono sciorinate quando si parla del Brasile. Magari come tuttologi improvvisati dopo un frettoloso primo contatto durante uno dei tanti viaggi costruiti su misura per aspiranti turisti dell’insostenibile leggerezza dell’ignoranza.

E visto che a questo punto mi sarò già cucito addosso un rattoppato abito di saccenteria, sarà bene che dia perlomeno il minimo indispensabile di informazioni sul mio rapporto con Brasile, o meglio il Nordest del Brasile.
Nel 2004, dopo la morte di mia moglie Grazia, decisi che era giunto il momento di cambiare radicalmente vita. Riuscii a farmi inserire in un piano di ristrutturazione aziendale e, approfittando della vocazione al massacro manageriale che generalmente contraddistingue molte multinazionali, mi fu relativamente facile farmi licenziare in anticipo e andarmene in pensione. Feci un viaggio in Brasile ripercorrendo a ritroso alcuni itinerari già percorsi con mia moglie e mia figlia nel 1991 e, tra le altre sosprese, reincontrei Gigetto (Luis) Zadra, mio vecchio amico di infanzia, già missionario comboniano, e ora impegnato in un progetto di riscatto delle comunità afrodiscendenti dello stato della Paraíba.

Nella primavera del 2005 tornai in Brasile per fare un documentario sull’attività dell’amico Luis, conobbi varie persone tra le quali una certa Francinete che nel 2007 sarebbe diventata mia moglie.

Ed ora eccomi qui con il mio permesso di soggiorno permanente, pendolare tra Italia e Brasile, dove potrei trasferirmi a tempo pieno, se non fosse per mia figlia e i tre nipotini che rappresentano il legame profondo con la mia italietta, della quale potrei e vorrei quasi dimenticarmi per la triste situazione in cui è riuscita a cacciarsi. Soprattutto se penso ai tassi attuali di sviluppo del Brasile. Ma non tutto quel che luccica è oro. Purtroppo, se è vero che il Brasile è ormai proiettato ad essere uno dei paesi più potenti e ricchi del pianeta, non altrettanto rosea è la situazione interna. I ricchi, anzi i ricchissimi, sono moltissimi, ma come contraltare almeno sedici milioni di brasiliani vivono ancora sotto la soglia di povertà. In particolare il problema è diffuso soprattutto nel Nordest e nella popolazione di colore.

Ebbene io bazzico proprio nel Nord est (João Pessoa, stato della Paraíba) e, come volontario, lavoro in una associazione che si occupa del reinserimento socioeconomico delle comunità afrodiscendenti (i cosiddetti quilombos). A queste comunitá e ai progetti che sviluppiamo in loro favore, é dedicato Altrobrasile.

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